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I AGN PIO BEI

A te, fratello, sorella, amico, amica; a te, che hai vissuto l’esperienza di una malattia cardiaca, attraverso queste pagine, vogliamo offrirti alcune riflessioni in forma di preghiera, guidate dalle parole di un umile frate cappuccino bergamasco, fra Tommaso mistico del cuore aperto.
Conoscere Flavio Burgarella, fissare i momenti, le tappe del suo procedere di studioso, di medico illustre e, adesso, di poeta dialettale, ricercare i suoi perché, le sue riflessioni, il suo desiderio di colloquio, è il motivo che ci porta a pensare a lui come a un ottimo “Zognese”.
Ha vissuto intensamente i momenti più importanti della sua vita attraverso varie espressioni, sempre in qualche modo legate a Zogno, dove ha studiato da ragazzo, ha gioito ed è maturato con gli amici di Zogno, a loro è rimasto legato e propenso ai ricordi sempre ricorrenti, è diventato medico e da Zogno è partito per una splendida carriera professionale.
Ora è tornato a Zogno con le sue poesie per raccontare personaggi e ambienti che, forse, potremmo anche non ricordare.
Il giovane Flavio oggi è diventato un uomo vero, apprezzato e soprattutto è rimasto calato nell’umanità.
Dalle sue poesie emerge un chiaro senso di apertura, unita a un saldo radicamento nella nostra gente, che prende l’autobus per andare a scuola, che segue i più vecchi per andare al “tabiot”, che è amico con gli amici, che usa la discrezione per stabilire rapporti con gli altri, che è un uomo serio, che si rivolge al prossimo sperando di poterlo aiutare. Al Dott. Flavio Burgarella, un grazie tutto zognese.

Angelo Francesco Capelli Sindaco di Zogno

 

Mentre i genitori del nostro dott. Flavio Burgarella si sono affermati nell'arte della fotografia, egli, dopo essersi affermato nel mondo della medicina, ora ci sorprende anche come poeta dialettale con la presente pubblicazione intitolata " I àgn piö bèi" con cui fa rivivere il periodo della sua giovinezza, con la sua consueta vivacità, ponendo in risalto, da innamorato, le avventure e i personaggi zognesi per evitare che abbiano a cadere definitivamente in oblio, unitamente alla ricchezza dei valori che questi nostri simpatici protagonisti hanno vissuto con l'umiltà dei semplici.

Il periodo, ormai storico, che l'autore fa rivivere per sé e per noi, non può che suscitare vivo interessamento, tuttavia non senza un pizzico di nostalgia per quanti hanno avuto la sorte di aver vissuto insieme quell'esperienza, riscoprendosi protagonisti con l'autore in quel tempo ormai lontano.
A quei tempi infatti ci si accontentava di vivere nel proprio ambiente familiare e di paese con l'entusiasmo e la gioia di potersi condividere senza avvertire la necessità di doversi spingere altrove alla ricerca di avventure contagiose, a scapito della propria identità.
Se per caso avessimo ritenuto che il nostro dott. Flavio si fosse estraniato da Zogno a motivo della sua professione, dovremmo ritrattarci subito di fronte a questa sua sorprendente testimonianza da vero innamorato e in gioiosa appartenenza, come da sempre, alla sua gente zognese.

Dobbiamo pertanto esprimere la nostra sincera ammirazione e la nostra affettuosa riconoscenza al dott. Flavio, nella speranza che non abbia mai a estraniarsi, per i suoi molteplici impegni professionali, da questo suo paese d'origine che tanto si sente di amare e di sentirsi amato.

don Giulio Gabanelli